I pastai pisani
Il marchio recita “La Pasta dei Martelli. Famiglia di pastai.” In effetti, sono stati i fratelli Dino e Maria Martelli a fondare, nel 1926, a Lari, in provincia di Pisa, una fabbrica per la produzione di pasta secca.
Da allora, ogni Martelli cresce con la prospettiva di portare avanti il lavoro degli antenati. Così continua ancora oggi, a distanza di decenni, l’avventura imprenditoriale di questa famiglia pisana che vanta, tra i lavoratori del pastificio, solo componenti del nucleo famigliare.
Attualmente, infatti, prestano il loro servizio nell’azienda Mario, Luca, Laura, Lucia, Valeria, Lorenzo e Dino. Sono solo loro a curarsi di tutti gli aspetti vitali dell’impresa e, in particolare, quelli dedicati alla produzione.
Prodotti Martelli
L’obiettivo a cui tende il pastificio Martelli è quello di realizzare una pasta gustosa e caratterizzata da una buona porosità che permette di assorbire al meglio i condimenti.
Questo risultato è raggiunto impastando lentamente la semola di grano duro, che proviene da filiere produttive attentamente selezionate, con l’acqua fredda.
Successivamente, la trafilatura in bronzo rende la pasta ruvida prima di procedere all’essiccatura che avviene ad una temperatura di 33-36°C e può durare anche più di due giorni.
Così si ottengono, ad esempio, le penne classiche e i maccheroni di toscana.
Più recentemente, invece, i Martelli hanno messo in produzione i fusilli di Pisa con lo scopo di onorare la plurisecolare tradizione dei pastai pisani.
Furono questi ultimi, infatti, a creare il formato dei fusilli per celebrare la Torre di Pisa con il caratteristico camminamento che conduce fin sulla sommità della stessa.
Tra i prodotti targati Martelli non mancano, poi, i grandi classici della pasta lunga come spaghetti e spaghettini.
Cucina tipica Toscana
La cucina Toscana, e quella pisana non fa eccezione, è caratterizzata da sapori semplici ed ingredienti poveri. Il pane, come in tutta la regione, è contraddistinto dall’assenza di sale ed è il principe della tavola.
Con quello più vecchio, poi, si fa la panzanella riducendo al minimo gli sprechi.
Anche la cacciagione è di casa nelle colline toscane così non è poi molto difficile degustare un piatto di pappardelle al cinghiale magari accompagnato da un bicchiere di Chianti.

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